
UNO DEGLI ULTIMI FARAONI
Le parole scultura e ritratto fanno abitualmente pensare a pesanti e monumentali oggetti d’arte. Se questo vale nella maggior parte dei casi, una felice eccezione è costituita da una testina miniaturistica in marmo greco insulare, probabilmente pario, che verrà proposta nella prossima asta annuale di archeologia.
Alta soli 8 cm, presenta la testa di un giovane uomo sbarbato volta verso sinistra. I grandi occhi aperti, il volto ovale con naso diritto, l’attenta differenziazione fra le superfici polite dell’incarnato e la corta capigliatura mossa su cui è poggiato un diadema, simbolo di regalità, consentono di riconoscere un ritratto reale tolemaico di III secolo a.C.
Di chi si tratta? Tre sono i principali ‘indiziati’, i cui ritratti fortemente idealizzati sono assimilati nei ritratti di piccolo formato: Tolemeo II Filadelfo, suo figlio Tolemeo III Evergete o suo nipote Tolemeo IV Filopatore.
Siamo quindi davanti all’immagine di uno degli ultimi faraoni, i Tolemei, sovrani dell’Egitto grecizzato – almeno nelle élites – in età ellenistica, ma insediatisi così bene nel contesto culturale egizio da richiedere di essere adorati come dei, al pari dei faraoni di III e II millennio a.C.
Proprio una testimonianza di tale culto dinastico è questo piccolo ritratto, condensato dell’eleganza e della raffinatezza che hanno fatto grande l’arte ellenistica.