
BATTESIMI D’ARTE: QUANDO IL MAESTRO È SENZA NOME
Piuttosto lunga è la lista degli artisti che non ci sono noti nella moderna forma di “nome e cognome”: accade spesso che un maestro anonimo prenda il nome della sua opera più famosa o del collezionista che possiede il suo pezzo più rilevante. È il caso del Maestro dell’Annuncio ai Pastori, pittore napoletano del 600 così chiamato a partire dal suo dipinto più famoso o del Maestro dei paesaggi Kress, definito in questo modo da Federico Zeri per un gruppo di paesaggi appartenenti al magnate americano Samuel Kress.
Non ci sono vere regole per battezzare un artista: la scelta del nome è lasciata alla sensibilità o all’immaginazione dello storico dell’arte che lo studia, con esiti talvolta molto originali. Tra i più celebri, il Maestro del Bambino vispo (da alcuni oggi identificato con Gherardo Starnina), pittore fiorentino attivo nel XIV secolo solito rappresentare sgambettante il Bambino in grembo alla Madonna.
L’ancora misterioso autore dell’importante pala d’altare con Sant’Antonio Abate, San Lorenzo e storie della loro vita, che verrà offerta nella vendita Opere di eccezionale interesse storico artistico del 3 novembre, è stato ribattezzato da Filippo Todini Maestro del 1343, per via della data presente nell’iscrizione frammentaria che compare nella fascia che separa il registro centrale dalla predella. Per la vivacità nella narrazione e la plasticità delle forme che rimandano ai modi degli artisti attivi nel Trecento tra Umbria e Abruzzo, le sue peculiarità tipologiche e iconografiche, e la presenza di vari donatori e di due armi araldiche, la tavola è un interessantissimo caso di studio.