
ANTON VAN DYCK RITRATTISTA ALLA MODA
Davvero degli elegantoni sembrano essere stati gli artisti ritratti da Anton Van Dyck: dall’alto dei loro candidi e importanti colletti guardano lo spettatore con sguardo fiero, talora leggermente severo o imbronciato, al pari dei principi e uomini di stato resi analogamente immortali dal fiammingo nell’ambizioso progetto di creare una galleria di ritratti a stampa di suoi contemporanei, progetto poi realizzato grazie a dieci incisori, fedeli e abili traduttori del materiale messo a disposizione da Van Dyck in diverse tecniche, dipinti, grisailles e disegni, molti dei quali desunti dal vero con la stupefacente forza espressiva che contraddistingue la ritrattistica vandyckiana.
La genesi della raccolta è stata collocata ad Anversa dopo il 1629 ma le prime edizioni rilegate sopravvissute intatte sono postume, stampate a partire dal 1645 a cura dello stampatore anversano Gillis Hendricx che aggiunse al progetto originario anche alcune acqueforti eseguite dal pittore fiammingo, per lo più ritratti di artisti suoi contemporanei, inizialmente non incluse.
Tra le quattordici acqueforti originali di Anton Van Dyck recuperate da Hendricx, e modificate dagli incisori ingaggiati dallo stampatore, si segnala l’eccezionale ritratto di Paul de Vos, pittore di scene di caccia e trofei, collaboratore di Rubens e dello stesso Van Dyck: questo, insieme alle eleganti effigi di altri artisti, principi e generali, sono offerti nell’asta a tempo in corso, Disegni e Stampe dal XV al XX secolo (20 novembre – 2 dicembre).
Le lastre originali dell’Iconografia, nome con cui è nota questa straordinaria raccolta, sono dal 1851 conservate presso la Calcografia del Louvre.