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La Settimana di Pandolfini

DRAGHI DA PANDOLFINI

Il Drago è l’unico animale mitologico dell’oroscopo cinese. Si tratta di uno dei simboli più venerati e presenti nel sostrato culturale cinese, ma le sue origini restano tutt’ora avvolte nel mistero. Si tratta di una creatura mitologica molto differente dal tipo di drago dell’immaginario occidentale.

Il drago è generalmente un simbolo benevolo di poteresaggezzaforza vitale fertilità legato al clima, all’acqua e ancora più specificamente alla pioggia, considerato propriamente colui il quale la porta; numerose sono infatti le immagini di draghi tra le nuvole. Insieme a Tartaruga, Fenice e Unicorno rappresenta uno dei quattro animali benevoli, con poteri magici che gli permettono di mimetizzarsi, mutar forma e dimensione, da piccolo come un baco di seta può crescere illimitatamente; vola nei cieli, vive nelle acque profonde e nelle viscere della Terra.

Nella prossima asta di Arte Orientale saranno presenti vari oggetti ornati con questo simbolo, tra piatti, lampade e vasi uno dei più importanti è il piatto della dinastia Qing, marchio e del periodo Kangxi (1661-1722) decorato con draghi verdi che volano fra le nuvole su sfondo rosso ferro è importante sapere che il Drago Verde è uno dei quattro animali araldici del Feng Shui nell’antica astronomia cinese, una delle cinque principali costellazioni celesti era chiamata proprio del Drago Verde di Primavera. La sua comparsa segnava l’inizio delle piogge rigeneratrici di primavera.

Il Drago orientale (comune in Cina, Giappone e Corea) è spesso descritto in questo modo: ha il corpo di serpente, le scaglie e la coda di pesce, le corna di cervo, il muso di un Quilin (in giapponese Kirin, una creatura mitologica orientale, identificata secondo alcuni con la giraffa e secondo altri con l’unicorno) con quattro lunghi baffi simili a quelli di un pesce gatto, due coppie di artigli d’aquila o di falco, zampe di tigre e orecchie di bue, occhi come quelli di un demone. I draghi cinesi hanno cinque dita per ogni piede (a differenza dei draghi coreani che ne hanno quattro e di quelli giapponesi che ne hanno solo tre). Una leggenda narra che i draghi (originari della Cina), ogni volta che si allontanavano dalla patria perdevano un dito e, quindi, alla fine decisero di fermarsi in Giappone, altrimenti sarebbero rimasti senza dita.

Il colore stabilisce la sua anzianità: il colore del drago più giovane, cioè che ha meno di 100 anni, è il nero ed è un drago che porta solo gli ordini dei suoi superiori. Il successivo è blu e svolge il compito di messaggero degli dei, il drago verde ha più di 100 anni e appare come buon auspicio, porta vento e pioggia. Poi ci sono i draghi rossi, marroni e viola. Dopo 700 anni il drago diventa bianco e viene considerato un dio, a 1000 anni diventa d’oro. Il Drago per antonomasia, nella Cina antica, era considerato l’Imperatore. A lui era riservato il “trono del drago” e solo lui poteva vestire abiti decorati con nove draghi, solo otto visibili all’esterno, mentre uno era ricamato nella parte interna, ovviamente quello dorato, possiamo vederne un esempio nella prossima asta in Pandolfini.

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