
LA BELLEZZA IMMANENTE DELLE COSE
È a Parigi nel 1925 quando Filippo De Pisis dipinge questa “Natura morta con aranci” che sarà presentata nella prossima asta di giugno. Un dipinto dai cromatismi decisi, squillanti e accattivanti: giochi di luci e trasparenze, dove le trasparenze creano bagliori di luce viva, luce che fa intravedere oltre, e non è solo un oltre fisico e oggettivo. È proprio in questi anni che le opere di De Pisis si arricchiscono di genialità, freschezza e immediatezza, è l’influenza della vita bohémien, dell’incontro con la grande arte, le visite nei musei e il fascino per Manet, Corot, Delacroix, Poussin, Matisse, le gallerie e le nuove amicizie, viene introdotto da De Chirico ed entra nel circolo degli artisti italiani a Parigi insieme a Massimo Campigli, Alberto Savinio, Renato Paresce e Mario Tozzi.
Incontra il critico francese Waldemar George che nel 1928 ne scriverà la prima monografia. Il dandy ferrarese, che gira con un pappagallo sulla spalla, apprezzato dalla critica e dal collezionismo, fa di Parigi la sua nuova patria, ritornerà a fasi alterne in Italia ma per 15 anni il suo atelier è stato il fulcro dell’avanguardia culturale della Ville Lumiére.
Il dipinto olio su tela di cm 44×32 ha un passato espositivo di tutto rispetto: Firenze, Palazzo Strozzi, Arte moderna in Italia 1915-1935, febbraio-maggio 1967, p. XXXV Cortina d’Ampezzo, Galleria Dolomiti, Omaggio a De Pisis, dicembre-gennaio 1968, tav. I Verona, Palazzo della Gran Guardia, Mostra dell’opera pittorica di Filippo De Pisis, luglio settembre 1969, cat. 43, p. 23, p. 112 Prato, Galleria Falsetti, 100 opere di Filippo De Pisis, maggio-giugno 1973, tav. VIII. Ed. Ed è pubblicato sul G. Raimondi, Filippo De Pisis, Vallecchi Editore, Firenze 1952, tav. 6 G. Briganti, D. De Angelis, De Pisis, Catalogo generale, tomo I, Electa, Milano 1991, pp. 78- 79, n. 1925 42.