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La Settimana di Pandolfini

PORPORA ROMANA

 

 

Istituito nel Medio Evo e mantenuto fino al Settecento, il ruolo di cardinal-nipote (si intende, del pontefice regnante) fu sinonimo di potere, non sempre immeritato, e certamente di privilegio, quando non addirittura un gradino per la successione al trono papale. Fu anche, in molti casi, occasione per riunire importanti collezioni di opere d’arte, come nel caso di Pietro Aldobrandini e di Scipione Borghese, o di esercitare il più raffinato mecenatismo nel campo della musica e del teatro, al punto di segnare un’intera epoca, come fece il cardinale Ottoboni. Ci fu poi chi intraprese questa sicura carriera e la interruppe bruscamente in vista di altri progetti, come Camillo Pamphilj, creato cardinale nel 1644 all’elezione dello zio, Innocenzo X, e tre anni dopo tornato allo stato laicale per sposare la principessa di Rossano e proseguire la dinastia col titolo di principe.

 

Inusuale è invece la figura del cardinale-zio, di cui sappiamo ben poco. Fu appunto Giovanni Angelo Braschi, eletto al soglio col nome di Pio VI nel 1775, a nominare cardinale lo zio, Giovanni Carlo Bandi, suo mentore negli studi giuridici e nella carriera ecclesiastica, in occasione del suo primo concistoro nel settembre di quell’anno.

Reca appunto la data del 1776 il ritratto del cardinale Bandi dipinto da Bernardino Nocchi, in asta il prossimo 8 giugno. Il pittore lucchese, il cui autoritratto giovanile è stato acquisito dagli Uffizi all’asta del 1luglio 2020, vi appose anche la sua firma in caratteri d’argento: entrambe sono celate nella raffinatissima bordura di una tenda.

 

Un preciso riferimento a Pio VI si trova invece nello stemma al centro dello schienale della poltrona romana in cui il cardinale troneggia: vi riconosciamo appunto l’aquila bicipite, i gigli e le stelle che compongono lo stemma Braschi e che anche il cardinale Bandi adottò in forma semplificata. Al centro, l’impresa personale di Pio VI, un giglio accanto a un profilo giovanile, rimanda inequivocabilmente al pontefice (e nipote).

 

 

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