
A CACCIA DI MASCHERONI: LE CORNICI SANSOVINE
Inconfondibile sia per la struttura sia per l’impianto decorativo, la cornice “sansovina” deve il suo nome all’illustre architetto e scultore Jacopo Tatti detto il Sansovino, nato a Firenze e formatosi tra Firenze e Roma. In fuga dal Sacco dei Lanzichenecchi, nel 1527 giunse a Venezia, trasformando ben presto quella che doveva essere una breve sosta in un trasferimento definitivo: divenuto protagonista del rinnovamento architettonico nella città lagunare, introdusse il classicismo romano nelle eleganti architetture venete, integrando lo stile monumentale del Manierismo con il gusto per l’ornato minuzioso.
Uno stile che influenza anche la tipologia di cornice che a lui deve il suo nome, della quale una importante e imponente testimonianza sarà presentata nella prossima asta in programma per il 19 maggio: qui, alle robuste volute simmetriche lumeggiate in oro e minutamente ornate si alternano erme virili tra elementi architettonici e putti a sorreggere un cartiglio. Un sistema decorativo complesso e allo stesso tempo armonioso, nel quale solo un curioso occhio attento può cogliere ben quattro profili di mascherone dalle lunghe barbe mimetizzati, quasi a volersi nascondere, lungo i margini degli elementi architettonici. E voi, riuscite a vederli?