
L’ACQUA AZZURRA DEL TEVERE
È merito di un pittore giunto dal nord nell’Anno Santo del 1675 l’averci lasciato immagini indimenticabili e nuove della Roma barocca. “Pittore di Roma moderna”, secondo Luigi Lanzi, Gaspar van Wittel, presto italianizzato in Gaspare Vanvitelli, fu il primo a percorrere la città alla ricerca degli aspetti che, al di là delle vestigia dell’Antico, la rendevano unica agli occhi dei contemporanei. Oltre a registrare quindi l’apertura di nuove piazze per recente iniziativa papale, Van Wittel raffigurò la città nel suo tessuto urbano minore e da punti di vista inusuali. Innumerevoli esplorazioni furono dedicate al Tevere, di cui riprodusse il corso da ponte Molle al porto di Ripa Grande raffigurandone entrambe le rive affollate di chiese come di casupole e registrando la presenza di pescatori, facchini e bagnanti.
Tra i soggetti più richiesti dai suoi clienti, fossero principi romani o viaggiatori in Grand Tour, Castel Sant’Angelo e il suo ponte furono più volte raffigurati, e da opposti punti di vista. In particolare, la Veduta di Castel Sant’Angelo dal Tevere ne accoglie gli aspetti paesistici in una visione dilatata. Ne erano note solo due versioni, di cui una eseguita per Elisabetta Farnese nel 1722: a queste si aggiunge la tela in asta per la prima volta l’8 giugno.