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La Settimana di Pandolfini

IL MARENGO D’ORO: UNA MONETA ITALIANA, ANZI FRANCESE, CONIATA PER COMMEMORARE NAPOLEONE BONAPARTE

Chi non ha mai visto, oppure posseduto, grazie ad un regalo per una tal ricorrenza oppure per un lascito ereditario, quella moneta d’oro del valore di 20 Lire con l’effige dei Re italiani (dell’epoca) della famiglia Savoia, a partire da Carlo Alberto sino all’ultimo della dinastia, Vittorio Emanuele III? Beh, forse tutti non sanno che quel conio aureo comunemente chiamato “Marengo” si tratta in realtà della continuazione di una valuta francese (il “Franco”) battuta per commemorare la vittoria di Napoleone I Bonaparte sugli austriaci nella battaglia di Marengo (un Comune in provincia di Alessandria) il 14 giugno 1800. Detta per questo motivo anche “Napoleone”, quella rara moneta d’oro fu emessa al peso di 6,45 grammi (titolo 900%) e valore di 20 franchi francesi durante la Repubblica Subalpina, o Gallia Subalpina, in un momento cioè immediatamente precedente all’annessione del Piemonte alla Francia. Quando la Repubblica Subalpina cessò di esistere nel 1802 i marenghi d’oro continuarono ad essere prodotti non solo dalla Francia, ma anche dal Belgio (1830), dall’Italia dal 1861 (prima ancora dal Ducato di Parma e dal Regno di Sardegna), dalla Svizzera (1860) e, da ultimo, dalla Grecia (1868) dando vita all’Unione Monetaria Latina siglata a Parigi tra questi Stati.

Durante l’Unione Monetaria Latina ogni marengo d’oro poteva essere scambiato con altri marenghi appartenenti a Stati diversi con un rapporto di 1:1 (avendo tutti stesso titolo e peso). Il marengo d’oro divenne quindi una moneta continentale e fu uno dei primi tentativi di moneta unica europea. Col tempo l’Unione comprese un totale di 32 Stati, fra i quali citiamo l’Austria-Ungheria, Russia, Svezia e Spagna. Il “primo” marengo, quello cioè battuto dalla Repubblica Subalpina tra il 1800 e il 1802 per celebrare Napoleone, il cui conio venne inciso da Amedeo Lavy (firmato A.L.) nella zecca di Torino, raffigura al dritto il busto elmato e laureato di Minerva con la scritta L’ITALIE DÉLIVRÉE À MARENCO (in lingua francese), mentre al rovescio è scritto il valore (20 FRANCS) e la data (L’AN 9 o 10) tra una corona di lauro attorniata dalla legenda: LIBERTÉ EGALITÉ – ERIDANIA. Va fatta una duplice precisazione per meglio comprendere questa bella e affascinante moneta: la data, espressa col numero arabo “9” o “10”, fa riferimento al calendario repubblicano francese che incominciava il 1° settembre, in sostituzione cioè di quello gregoriano, introdotto dal 1792 e abolito poi nel 1806 da Napoleone, mentre il nome Eridania deriva da “Eridanus” (fiume Po), per indicare quella zona geografica bagnata dal Po facente cioè parte della Repubblica Subalpina. Un esemplare di questa moneta, in stato conservativo “fior di conio” per la perfezione dell’incisione e la brillantezza del metallo, forse il più bello mai apparso in una vendita pubblica degli ultimi anni, verrà proposto nella prossima asta di numismatica del 25 giugno insieme a tante belle e importanti monete di zecche italiane e straniere.

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