
ANTICHITÀ: UN MONDO COLORATO
Abituati al nitore dei marmi antichi o alla bicromia delle produzioni ceramiche a figure nere e rosse, anche i collezionisti più avvertiti tendono a dimenticare quanto il mondo antico fosse contraddistinto in realtà da un autentico amore verso i colori. Colorate erano le statue, dove velature rendevano l’incarnato delle figure, colorate, anzi vivacemente policrome, erano le statuine in terracotta realizzate in età ellenistica e note con il nome convenzionale di tanagrine (dal sito di Tanagra in Beozia).
Nella prossima asta di archeologica, che si terrà nel semestre autunnale, avremo il piacere di presentare tre preziose figure policrome, che conservano ancora, cosa rara per opere che hanno oltre duemila anni, il colore originario. I pigmenti, posti su una scialbatura di colore bianco, caratterizzano la capigliatura, i lineamenti del volto e le ricche vesti in giallo, verde e viola. Queste statuine – due donne ammantate ed una figura femminile nuda – sono state probabilmente realizzate nel IV-III secolo a.C. in Puglia, dove Canosa era un centro rinomato per la produzione policroma, e racchiudono tutte le caratteristiche della più accurata coroplastica antica.