
“PIEDI PICCOLI”, “MENTI SFUGGENTI”, “NASI CARNOSI”, “COLLETTI TONDI”: GLI ARLECCHINI DI MONTELUPO
Figurato tardo, o Arlecchini: è così che la letteratura storica definisce una longeva e fortunata stagione in cui la produzione di Montelupo, come ben illustrato da Carmen Ravanelli Guidotti, già sul finire del Cinquecento declina progressivamente la poetica aulica del “figurato canonico” in un nuovo linguaggio figurativo incentrato sull’osservazione della realtà.
Un vero e proprio unicum nella cultura maiolicara italiana che conoscerà un grande successo fino agli inizi del Settecento, dove a essere protagonisti non sono più personaggi storici, mitologici o allegorici, ma uomini e donne tratti dalla quotidianità e dall’immaginario collettivo popolare: contadini, meretrici, soldati, figure della Commedia dell’Arte campeggiano entro paesaggi essenziali, il tutto realizzato in un linguaggio compendiario e di grande freschezza narrativa, estremamente comunicativo nella propria semplicità.
Una produzione dallo stile inconfondibile che, seppur accomunato da precisi elementi stilistici, trova nel suo vasto repertorio piccole peculiarità, sulla base delle quali gli studiosi hanno proposto alcuni raggruppamenti: ecco dunque il “gruppo dei nasi appuntiti” accanto a quello del “pittore dei portali bugnati”, o ancora il “gruppo dei piedi piccoli” insieme al “gruppo dei menti sfuggenti”, a quello “dei grandi vessilli” e a molti altri ancora: nelle prossime aste autunnali di maiolica avrete modo di vedere una ricca selezione degli Arlecchini di Montelupo e, perché no, provare a immaginare a quale gruppo appartengano!