
MUSIGNY, UNE MAIN DE FER DANS UN GANT DE VELOURS
Musigny, a volte riferito anche come Le Musigny, è un Appellation d’origine contrôlée (AOC) che rientra nell’elenco dei Grand Cru. I grandi sedimenti di gesso e calcare nel terreno aiutano a creare un ricco e fruttato Pinot nero che armonizza eleganza e potenza, un’importante combinazione che ha portato a descrivere il Musigny come “une main de fer dans un gant de velours” (una mano di ferro in un guanto di velluto).
Chambolle Musigny, dove si produce l’omonimo vino, è un paese molto piccolo che conta circa 300 abitanti e si estende per 7,57 chilometri quadrati. Meno celebre dei vicini Gevrey-Chambertin e Vosne-Romanée, le sue ridottissime dimensioni hanno fatto sì che non diventasse un sogno proibito per tutti, ma una gemma nascosta per i veri amanti della regione Borgognona.
Il fazzoletto di terra che può produrre sotto questa denominazione prestigiosa è di appena 10,85 ettari; di questi, solo 0,10 appartengono allo storico Domaine George Roumier, ma questi bastano per creare un vero capolavoro.
Guidato ormai da più di 30 anni dal nipote di George, Cristophe, il domaine ha fatto di questo vigneto la sua punta di diamante. La produzione è ovviamente ristretta e questo incide molto sulla fama e l’esclusività di ogni singola bottiglia. Tutte le volte che ne passa una sotto il martello di una casa d’aste, intenditrici ed intenditori da tutto il mondo accorrono per tentare di aggiudicarsela, e l’occasione si presenterà nella sessione dedicata alla Borgogna dell’asta L’Arte del Collezionare – Vini italiani e francesi da cantine selezionate che si terrà nelle nostre sale di Palazzo Ramirez Montalvo a Firenze, l’11 e 12 novembre: chi riuscirà ad aggiungere alla sua collezione questo trésor?