
Lo Scheggia e il suo Grande Fratello
Nessun riferimento alla sinistra invenzione orwelliana, per carità, e tantomeno alla sua declinazione moderna che ha reso il termine famigliare anche a chi non conosce 1984. È questo, invece, il titolo dell’intervento, in tempi non sospetti – era il 1969 – con cui Luciano Bellosi ricostruì l’identità del Maestro dei Cassoni Adimari, su cui molti specialisti si erano a lungo divisi, identificandolo con Giovanni di Ser Giovanni: fratello minore – di soli cinque anni se consideriamo la data di nascita ma sideralmente distante nella storia della pittura – di un pittore nato il 21 dicembre del 1401 nel giorno di San Tommaso: Masaccio, per l’appunto.
È davvero curioso che il più anziano, allievo e sodale di Masolino, nel giro di neanche otto anni rivoluzionasse il corso della pittura, mentre il più giovane e longevo Giovanni continuò per oltre sessant’anni a coltivare in modo sofisticato i motivi del Gotico cortese. È probabile tuttavia che nei pochi anni in cui condivise bottega col suo illustre fratello Giovanni studiasse le sue creazioni, pur senza coglierne del tutto la portata o coltivarla in maniera durevole. Solo l’esempio di Masaccio, nella perduta Annunciazione a San Niccolò d’Otrarno, vale infatti a spiegare la scatola spaziale articolata da motivi brunelleschiani della piccola Annunciazione su tavola del suo fratello minore, in asta il prossimo Maggio.