
LA LEGGENDA DELLA MALACHITE
Spesso, le pietre naturali e i cristalli, così belli e affascinanti, portano con sé leggende e narrazioni che arrivano da popoli lontani. Storie affascinanti che li vedono protagonisti, sopravvissute lungo i secoli per raccontarci o insegnarci qualcosa su questi minerali.
La Malachite è una di quelle pietre che nasconde storia e mistero. Molto conosciuta e anche molto presente nelle leggende antiche, è considerata una pietra portatrice di cura ma anche di trasformazione.
Il nome Malachite deriva dal greco, alcuni attribuiscono l’origine della parola al termine “malakos”, che significa tenero, altri a “malake” ovvero malva, poiché ricorda il colore delle foglie della pianta omonima.
Si tratta di un cristallo dalle affascinanti sfumature, che vanno dal verde tenue a quello brillante. Molto diffuso in numerose parti del mondo, soprattutto in Sud Africa, Romania, Russia e Stati Uniti e noto in gioielleria. I suoi bei colori infatti lo rendono particolarmente apprezzato.
La Malachite è una pietra diffusa dall’alba dei tempi e nel passato veniva spesso utilizzata da regnanti e guerrieri come amuleto portafortuna e come simbolo di forza e coraggio, ma anche di furbizia e intelligenza. La ritroviamo nel popolo egizio, dove veniva usata dalle famiglie più nobili per ornare i copricapo dei faraoni e come cosmetico. Questo cristallo è considerato anche simbolo di femminilità e bellezza, seduzione ed amore. In antichità era ritenuta capace di proteggere i bambini dagli spiriti maligni. Per questo veniva attaccata alla culla del neonato, per favorire al piccolo sogni tranquilli.
Negli Urali era associata alla Signora della montagna del Rame, Dea che portava equilibrio ma per questo fortemente contraddittoria. Delle volte portava fortuna, altre sfortuna.
La leggenda che vede protagonista la Malachite narra che un tempo in un piccolo villaggio degli Urali vi fosse un uomo chiamato Prokopyich, molto abile a lavorare il cristallo. Creava gioielli e dava vita a oggetti originali che lo fecero diventare una leggenda in tutto il villaggio. Un giorno decise di cercare qualche giovane apprendista che lo aiutasse nel lavoro, ma nessuno sembrava degno di apprendere l’antica arte, finché non rintracciò un giovane uomo, gracile ma curioso, appassionato di natura e molto intraprendente.
L’uomo un giorno decise di allietare le fatiche di un pastore con la musica del suo flauto, finché l’uomo non si rilassò tanto al punto di addormentarsi. Questo se all’inizio sembrava essere positivo, con il calare della sera divenne un problema, poiché quelle zone pullulavano di lupi e altri animali notturni pronti ad attaccare pecore e pastori. Così infatti avvenne, ma per fortuna il giovanotto, che si chiamava Danilo, riuscì a salvarsi grazie all’aiuto di un’anziana signora che lo ospitò a casa propria e gli curò le ferite.
La donna le parlò di un fiore, raro quanto bello: il Fiore di Pietra della Montagna di Malachite. Prenderlo era impossibile e qualora ci riuscisse, la sciagura e l’infelicità sarebbero stati dietro l’angolo. Nel frattempo, la donna presentò il ragazzo all’artigiano Prokopyich che lo assunse come suo apprendista. Danilo creava vasi magnifici ma sosteneva che non avessero anima e bellezza. Voleva trovare la vera bellezza. La gente del villaggio disse al ragazzo di fare attenzione a ciò che diceva, che il bosco aveva occhi e orecchie e che avrebbe attirato le attenzioni sbagliate. E così successe da lì a poco.
La Regina della Montagna si mostrò a Danilo e gli disse che se voleva poteva mostrargli il famoso e bellissimo fiore di cui gli aveva parlato l’anziana signora, ma appena l’avrebbe visto se ne sarebbe pentito. Lui accettò nonostante l’avvertimento e la regina lo portò nel suo giardino. Ne uscì più felice che mai e tornò alla sua vita, si sposò con la donna che amava ma pian piano la tristezza prese il sopravvento e questo lo spinse a tornare sulla montagna, da cui non tornò più.
La moglie lo cercò a lungo, si mise anche a lei a creare spille di Malachite e ogni volta che saliva sulla montagna piangeva pensando al suo amato disperso, finché un giorno comparve lui insieme alla Regina della Montagna. Danilo aveva la possibilità di scegliere: restare in quel luogo circondato dalla bellezza del fiore di Malachite, dimenticandosi del resto del mondo e di chi amava, oppure tornare dalla sua amata e dimenticarsi della bellezza vista e dell’arte appresa. A sorpresa, il ragazzo scelse la seconda opzione, la Regina allora, lo graziò permettendogli di non dimenticare ciò che aveva visto ma con la promessa di non raccontarlo mai a nessuno.
La Malachite divenne così la Pietra della Bellezza.