
LE ARTI AL FEMMINILE
Già da qualche tempo la presenza delle donne nelle arti figurative prima del Novecento è stata oggetto di ricerche specifiche e addirittura di un collezionismo di nicchia che ha condotto alla scoperta – e talvolta alla sopravvalutazione – di artiste finora poco conosciute e certo non pienamente apprezzate.
Un interesse che è andato ben oltre i confini della storia dell’arte in senso stretto per coinvolgere anche il cinema e la letteratura. È appunto pittrice una delle indimenticabili protagoniste del Ritratto della giovane in fiamme (2019) con cui Céline Sciamma esplora i possibili destini femminili nella Francia dei Lumi: l’esercizio della pittura vi è visto come strumento di indipendenza per le donne che abbraccino con successo questa professione, ponendosi addirittura a capo di una bottega. Ancora più eccezionale, in un mondo esclusivamente maschile, la splendida figura della “architettrice” che abbiamo amato nelle pagine di Melania Mazzucco: la mostra dedicata a Plautilla Bricci dalla Galleria Corsini, curata da Yuri Primarosa, restituisce la sua opera nel contesto della Roma barberiniana.
Poco sappiamo invece delle donne artigiane specializzate in campi diversi da quelli squisitamente femminili: ce ne furono sicuramente diverse, e negli ambiti più svariati. Una di esse proclama con orgoglio la propria professione di orologiaia in un delizioso dipinto francese, nato forse per pubblicizzare questa attività. Insieme al ritratto di una pittrice, a questo punto quasi banale, sarà in asta l’11 maggio.