
BIRDWATCHING ON PAPER
All’inizio del Seicento sui soffitti delle ville e dei palazzi medicei si aprono vedute prospettiche con grate aperte a scoprire cieli dipinti popolati di uccelli raffigurati con uno spiccato gusto descrittivo, sostenuto anche da una notevole conoscenza scientifica che aveva incontrato larga fortuna già sul finire del Cinquecento a Firenze con Jacopo Ligozzi, Alessandro Allori e Bernardino Poccetti.
Eccezionale testimonianza di un preziosissimo strumento di bottega di cui si avvalevano gli artisti per l’esecuzione di tali componenti naturalistiche nei loro affreschi è l’album rilegato in pergamena con trenta tavole dove variopinti volatili di specie diverse sono illustrati con grande immediatezza da pennello e inchiostri acquarellati colorati, offerto nell’asta di Opere su carta che termina il 4 luglio sul sito di Pandolfini.
A renderlo ancora più eccezionale è la scritta vergata sul frontespizio da uno dei possessori della raccolta, Atto Fabroni (1609-1692), da riconoscere con ogni probabilità nello scultore membro di un’importante famiglia pistoiese e collezionista, che dichiara come le tavole siano di mano di Giovanni da San Giovanni e di aver acquistato l’album nel 1640 nella bottega dell’artista dai suoi allievi.
Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da San Giovanni (1592 – 1636), ricercato frescante di primo Seicento, recuperando numerose soluzioni elaborate nell’officina di Poccetti, è stato proprio uno dei protagonisti nella decorazione murale di Palazzo Pitti e di altre residenze medicee, soddisfacendo con la sua vivacità pittorica l’inclinazione del granduca Cosimo II “alle cose della natura” come racconta Filippo Baldinucci.