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La Settimana di Pandolfini

LE VARIE DECLINAZIONI DELLA FEDE IN TRE PREZIOSI LIBRI DI PREGHIERA MINIATI

Il primo utilizzo del libro così come lo concepiamo, ovvero un volume dove i contenuti si snodano logicamente su una serie di fogli legati assieme lungo un lato (o “codex”), risale all’alba del Cristianesimo, quando l’esigenza di segretezza e praticità portò i primi cristiani a prediligere il codex rispetto ad altri supporti. Il libro sfogliabile e portatile fu dunque creato per contenere e divulgare testi sacri, funzione che ha mantenuto nei secoli, e che si è estesa e culture religiose di diverso stampo.

Ne sono un esempio i tre volumi devozionali che proponiamo nella nostra asta di libri e manoscritti. Il più antico è uno splendido libro d’ore a stampato su pergamena a Parigi dal prolifico tipografo Germain Hardouyn nel 1533, contenente venti grandi incisioni finemente miniate in oro e a colori, altre dodici più piccole, oltre a bordure floreali per ogni pagina di testo. La colorazione è vivace e accuratissima, illuminata da eleganti rifiniture dorate. L’opera si apre con il frontespizio, decorato dalla grande marca tipografica di Hardouyn, al verso del quale troviamo un Uomo Anatomico scheletrico con agli angoli altre quattro piccole miniature relative ai quattro temperamenti medioevali. Le illustrazioni a piena o a tre quarti di pagina rappresentano per lo più scene della vita della Vergine Maria (Annunciazione, Natività, Annuncio ai Pastori, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio, Fuga in Egitto, Crocifissione, Pentecoste), ma anche scene bibliche come Adamo ed Eva con il Serpente sotto all’Albero della Conoscenza, e Davide e Betsabea. Le dodici miniature più piccole sono altrettanto curate.

Risale alla fine del Settecento il magnifico manoscritto ottomano su carta firmato da Mehmet Sadeq Bekazizadeh, datato 1201 (i.e. 1786-1787 d.C.), opera devozionale interamente dedicata al profeta Maometto celeberrima in tutto l’islam sunnita. La particolare forma di sentimento religioso di cui questo testo è investito dai fedeli lo rende nella pietà popolare islamico-sunnita persino veicolo di miracoli, in virtù della diretta invocazione al Profeta, e dunque oggetto esso stesso di appassionata devozione, quasi talismano dalle intrinseche proprietà virtuose e curative, secondo solo al Corano stesso. Contiene due miniature a piena pagina che raffigurano vedute delle aree sacre di La Mecca e di Medina, rispettivamente, ossia dei due luoghi più santi dell’islam, due incipit finemente decorati e numerose barre decorate a indicare le diverse sezioni del testo; ogni pagina è riquadrata da una doppia cornice dorata e include altri piccoli elementi dorati. La legatura coeva è “a busta”, in vitellino marrone riccamente decorato in oro ai piatti e all’aletta di chiusura.

Per il terzo e ultimo manoscritto ci dobbiamo spostare ancora più a est, nel Kashmir, a cavallo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Il piccolo volume in formato oblungo miniato su carta in sanscrito classico è una copia della Bhagavadgītā (o Bhagavad Gita) antico testo indiano, che contiene il dialogo tra il principe-guerriero Arjuna e il Dio Krishna sul campo della battaglia di Kuruksetra. Estratto dal grande poema epico Mahābhārata, uno degli scritti religiosi più importanti dell’Induismo, la Bhagavadgītā narra di come, al momento della guerra, Arjuna si lasci prendere dallo sconforto, rifiutandosi di combattere, ma venga rincuorato e spronato da Krishna, che gli impartisce insegnamenti dal profondo contenuto religioso. Il dialogo tra il principe e il Dio è la summa della più antica tradizione filosofica indiana. In esso sono illustrati i diversi cammini, le regole dell’agire spirituale, il fervore del mistico, la disciplina dell’asceta, la meta ultima. Denominata “il Vangelo dell’India”, la Bhagavadgītā è l’opera classica più famosa della letteratura religiosa indiana. La copia che presentiamo in asta è costituita da 540 pagine che includono sedici vivaci miniature a piena pagina; tutte le pagine di testo, di 6 righe ciascuna, sono poste entro una cornice arancione e presentano talora parti del testo in rosso e arancione; le pagine con cornici decorative (presumibilmente frontespizi) hanno 3 e 4 righe di testo ciascuna e presentano anche parti del testo in oro. Il blocco di testo è rilegato con una cordicella che trapassa il dorso della legatura in un solo punto; la legatura è un cartoncino rivestito in seta decorata.

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