
L’ORIENTE IMMAGINATO: UN CONTENITORE INTERCULTURALE, TRA MERCE E ARTE
Tra il Settecento e il Novecento, la cineseria e l’esotica diventarono due dei temi più comuni nella cultura occidentale che ne rimase affascinata. Forse grazie alla curiosità e all’ideale dell’Oriente (in particolar modo della Cina) da parte degli occidentali, che si iniziò a commissionare una serie di opere per l’esportazione.
Inevitabilmente dovremmo parlare dell’interpretazione del concetto di orientalismo di Edward Said, secondo il quale l’orientalismo non era un vero discorso sull’Oriente, bensì un risultato della descrizione e dell’assunzione degli occidentali basata sulla premessa che l’Occidente fosse superiore all’Oriente. L’immaginario legato all’Oriente, visto come terra esotica e fantastica, si sedimenta e si diffonde in tutta Europa. L’orientalismo diventò in un certo senso il risvolto intellettuale del predominio europeo, ma è anche innegabile che queste opere si riferiscono a dei pensieri comuni del tempo. Uno dei canali più diffusi di scambio culturale tra Cina e Occidente era attraverso il commercio reciproco di merce. I dipinti che veniva commissionati in questo periodo furono molto significativi in quanto testimonianze storiche della cultura cinese dell’epoca vista con una sfumatura occidentalizzante. Infatti, questo tipo di soggetto non era diffuso nell’iconografia di opere destinate a rimanere in Cina.
Il dipinto che presenteremo rappresenta un paesaggio cinese con edifici e figure raffigurato su graziosi pannelli; tuttavia, la sua particolarità consiste nel fatto che le costruzioni e i personaggi rappresentati non sono cinesi ma tipicamente occidentali.
Gli edifici risultano infatti stilisticamente eclettici, più somiglianti ai padiglioni dei giardini europei ispirati all’arte cinese, come ad esempio il padiglione d’estate a Brignano Gera d’Adda (1770 circa), che a costruzioni orientali. I ponti, invece, presentano profili cinesi, come quello tra il primo e il secondo pannello da destra che è identico, eccettuata la balaustra, a uno dei ponti del Palazzo d’Estate a Pechino. Le figure che animano il paesaggio sono altresì abbigliate all’occidentale.
Attraverso la suddetta analisi del dipinto, si conferma che esiste una relazione tra la domanda del consumatore occidentale e la risposta del pittore cinese. Parallelamente agli scambi commerciali, i rapporti culturali si spostano verso una sorta di eurocentrismo, che si riflette nel rapporto tra il principale consumatore nel mercato della pittura da esportazione cinese. Probabilmente i pittori cinesi, si impegnano a imitare e apprendere le espressioni degli stili pittorici occidentali per attirare maggiormente i clienti occidentali.
Questa sarà una delle molte opere presenti nella nostra attesa asta dedicata alle opere dichiarate di eccezionale interesse storico artistico.