
UN ELEGANTE SCALDINO LUCCHESE
La tradizione dell’uso dello scaldino per riscaldarsi il grembo risale ai tempi degli Etruschi, quando, addirittura, nacque la credenza per cui la donna potesse, tramite il fuoco della brace, rimanere incinta. Questa credenza si tramandò in epoca romana, anche Plinio nei suoi scritti ne parla, fino al Rinascimento, quando le leggende sul potere del fuoco degli scaldini, presero diverse forme. In Toscana, per esempio, si narrava che dal fuoco dello scaldino fuoriuscisse un folletto alato capace di fecondare la donna su cui si poggiava.
I materiali usati erano per lo più la maiolica e l’argento, in entrambi i casi la brace ardeva in un contenitore interno in metallo.
In Italia gli esemplari più eleganti furono realizzati in argento fra il XVIII e il XIX secolo. Nell’asta autunnale di argenti Italiani ed Europei, la casa d’aste Pandolfini ne presenterà uno, realizzato dall’argentiere lucchese Ottavio Nuti intorno al 1770 che bene rappresenta l’eleganza tipicamente italiana nella realizzazione di questo oggetto. La forma è ovale e sinuosa, il corpo decorato da palmette e volute che si ripetono sul coperchio traforato, la presa sagomata con la parte centrale in legno tornito. La tradizione orafa delle manifatture italiane e in questo caso toscane, sarà quindi nuovamente al centro di questa interessante vendita.