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La Settimana di Pandolfini

JEAN-MICHEL BASQUIAT: L’ENFANT TERRIBLE DEL MONDO DELL’ARTE

Untitled realizzata da Jean-Michel Basquiat nel 1980, e presentata nella prossima asta di arte moderna e contemporanea del 6 dicembre a Milano, risale all’inizio della breve ma intensa carriera del giovane artista, che da monello di strada e graffitista nel distretto di Bowery, New York, si è trasformato in pochi anni nell’ enfant terrible divinizzato dal mondo dell’arte internazionale. Frutto di una vita plasmata dal disprezzo per il conformismo, l’impianto e le immagini rudimentali che caratterizzano l’opera presentata, mostrano chiaramente il desiderio di Basquiat di rivoluzionare le norme artistiche. Untitled, trai primi e più significativi disegni realizzati dall’artista, riunisce una serie di punti di riferimento che Basquiat sfrutterà nel corso della sua carriera. L’incidente autostradale, lo stile infantile con cui questo viene rappresentato (ispiratosi ai disegni realizzati dai figli dei suoi amici), il pezzo di carta-collage raffigurante un autocarro moderno che allude alla modernizzazione e globalizzazione della società, sono tutte lettere di un alfabeto molto più ampio creato dall’artista, e che costituisce la caratteristica più rivoluzionaria e intensa di tutta la sua carriera. D’altronde, l’intento di Jean-Michel è quello di distruggere ogni schema; e quale modo migliore per andare controcorrente se non inventare un proprio vocabolario che vada contro ogni tipologia di linguaggio convenzionale?

Difatti, il Basquiat artista, nasce in Strada, nel milieu del graffitismo degli anni ottanta a New York, la grande mela, per eccellenza la città dello spettacolo. Uno spettacolo che non è solo quello di Broadway e del teatro, bensì quello messo in atto dai media gestiti dai vertici del capitalismo. Ed è proprio negli anni Ottanta che la commedia della società capitalista viene contrastata dallo spettacolo urbano attuato nelle strade: sulla pelle stessa della città di NY. A partire dai muri lungo le strade, alle pareti all’interno della metropolitana, inizia a distribuirsi capillarmente l’American graffitism. I graffitisti intendono riappropriarsi in maniera impavida dello spazio urbano, favorendo e stimolando i linguaggi espressivi dei singoli e protestando contro un mondo artistico arido, alienante, intellettuale, esclusivo e dominato da un’estetica minimalista-concettuale.

Basquiat, attraverso il suo stile e la scelta del materiale, nel caso di Untitled un pezzo di carta che sembra aver trovato “per caso”, riesce a rendere a pieno l’immediatezza dell’arte e della vita di strada, mettendo in gioco una potente emotività che, attraverso immagini radicalmente semplificate ed espressive, ha sintetizzato la propria autobiografia e protesta sociale. Emerso come artista dopo la prolungata recessione economica degli anni ’70, Basquiat era ben consapevole del divario sempre più visibile tra ricchi e poveri a Manhattan e l’evidente grinta di Untitled comunica proprio la sua realtà circostante. In quest’opera la collisione tra un veicolo commerciale come può essere un autocarro e quello tra due auto comuni segnala le strutture di potere latenti che dominano la vita di tutti i giorni a discapito degli individui.

L’incidente stradale rimarrà un tema ricorrente per Jean-Michel, una sua sorta di “firma”, come è stato prima l’acronimo SAMO e la corona poi. Se molta dell’arte di Basquiat, si può definire strettamente biografica, non lo può che essere anche questo ripetuto car crash. Infatti, all’età di sette anni, l’artista era rimasto gravemente ferito dopo essere stato investito da un’auto mentre giocava a palla in una strada di Brooklyn, da quel momento in poi, questo episodio farà parte della sua vita. Allo stesso tempo, la tematica dell’incidente stradale viene affrontata in quegli anni in lavori di altri artisti coetanei come quelli dell’amico e idolo, Andy Warhol.

Ma non sono solo queste le motivazioni per cui Untitled risulta essere un’opera assolutamente importante all’interno del lavoro dell’artista. Essa coincide con la trasformazione di SAMO nella “star dell’arte di Jean-Michel Basquiat”. Negli anni precedenti alla data di realizzazione dell’opera, Basquiat aveva vissuto uno stile di vita transitorio. Trovando alloggio ovunque, dormiva gran parte del giorno e festeggiava tutta la notte al Mudd Club, centro dell’arte underground di Manhattan. È probabilmente qua che conobbe il vero primo proprietario di quest’opera, il poeta e art dealer Stanley Moss e con lui Diego Cortez, proprietario del club, aspirante curatore, che includerà il giovane pittore nella sua prima mostra pubblica nel giugno 1980. Il famoso Times Square Show di Cortez fu un trionfo e a soli 19 anni, il primitivismo delle espressioni pittoriche uniche di Basquiat ebbe successo immediato sia tra il pubblico che la critica, assicurandosi il tipo di celebrità a cui si era sempre sentito destinato.

L’energia selvaggia di Untitled offre una finestra sul battito frenetico della vita di Basquiat durante questo periodo di cambiamento drammatico, che collega il suo passato di graffitista con il suo nuovo status di artista affermato, presentando uno scenario crudo e vivido del mondo urbano che lo circondava. Un’opera estremamente intima ma allo stesso tempo socialmente implicata.

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