
DALLE FIANDRE UN ARAZZO A “FLEURS DE CHOU”
La produzione di arazzi, già in uso in tutto il mondo durante l’antichità, conobbe un momento di particolare sviluppo all’inizio del XIV secolo in Europa. In pieno Rinascimento, specialmente nelle Fiandre, le pareti delle sale dei grandi castelli e palazzi delle famiglie aristocratiche più importanti delle città si adornano di importanti arazzi, appesi ad impreziosire i muri. A dettare questa scelta non è però solo una funzione decorativa; grazie al loro materiale, di solito lana, gli arazzi, infatti, a differenza della decorazione parietale ad affresco, avevano anche lo scopo di riscaldare gli ambienti, specie nei freddi mesi invernali.
Tessuto in lana, l’arazzo che presentiamo nella prossima asta “Mobili, arredi e oggetti d’aste” del 25 ottobre 2023 e che sarà esposto nelle sale di Palazzo Ramirez Montalvo a Firenze, rientra nella particolare tipologia detta a foglie di cavolo; il campo centrale del prezioso manufatto, infatti, ospita una massa di ampie foglie che si ammassano e si accartocciano l’un l’altra, sopra le quali poggia un pappagallo e spuntano variegate inflorescenze. Al centro una ghirlanda romboidale impreziosita da fiori e frutta incornicia uno stemma. Anche la bordura esterna impreziosisce la composizione a “Feuille de choux“, che, alla presenza di un fondo di fiori e fogliame classico e ordinato dei più tradizionali arazzi millefoglie, privilegia il dinamismo visivo di una natura immaginaria ricca e selvaggia, donando alla composizione un aspetto tridimensionale e moderno.
La natura più indomita del fogliame degli arazzi a foglia di cavolo, quasi surreale nelle sue immagini, apparve per la prima volta all’inizio del secondo quarto del XVI secolo e probabilmente si è evoluta dagli arazzi millefleurs. La visione predominante è quella di una natura selvaggia che l’uomo non ha ancora disturbato; un’immagine al tempo stesso affascinante e minacciosa, fuori dal controllo dell’uomo e che rende questa tipologia d’arazzo una tra le più notevoli e al tempo stesso misteriose che conosciamo.