
IL SIMBOLISMO FIAMMEGGIANTE DI PLINIO NOMELLINI
Nella selezione di novembre di Dipinti del XIX secolo Pandolfini sarà lieta di presentare il mirabile dipinto del toscano Plinio Nomellini: Giovinezza Vittoriosa.
Datata 1903 ed esposta nel medesimo anno alla V Biennale di Venezia, oggi come allora la grande tela si erge davanti allo spettatore incarnando la potenza evocativa del titolo, con l’impeto di un fuoco destinato a non estinguersi mai: quello dell’ideale. E allora nell’abbagliante rosseggiare, simili a fiamme si palesano i tre giovani e il cavallo scalpitante, mentre i fili d’erba guizzano come tizzoni ardenti. In un trionfo panico e ancestrale, convivono apollineo e dionisiaco, e l ‘idea’, giovane, forte, bella, avvampa travolgendo la realtà.
È infatti proprio agli albori del XX secolo che la realtà, indagata negli anni genovesi dal pittore attraverso il divisionismo sociale, sente il richiamo dell’allegorico e del simbolico, intraprendendo una strada destinata a condurre alla Sala del Sogno della Biennale veneziana del 1907.
Dunque, straordinaria espressione della ricezione delle tendenze simboliste mitteleuropee e della libertà espressiva di un pittore colto, imbibito altresì suggestioni musicali e letterarie, Giovinezza Vittoriosa risponde all’esigenza di Nomellini di volgersi “al fantastico e all’insueto”, ascoltando una natura in cui “l’uomo si redime dal tedio; risorgono i miti di trapassati evi” e “appariscono quelli di età venture, vaticinanti mondo felice e letificatore”.