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La Settimana di Pandolfini

LO SCETTRO RUYI, FONTE DI ENERGIA SPIRITUALE TRA TERRA E STELLE

Il Ruyi, uno dei più famosi simboli culturali asiatici, cela anche un significato sacro. In sanscrito antico, il Ruyi è chiamato “Anaruh“, e significa “indistruttibile“, rappresentando lo stato che va oltre la vita e la morte. La forma comune del Ruyi nei manufatti tradizionali cinesi è simile a quella del fungo Lingzhi, con la testa che richiama il germoglio di fiore, a simboleggiare la connessione con la terra; il manico, invece, presenta una curvatura simile alle sette stelle del Grande Carro, a simboleggiare la connessione con il cielo. Pertanto, il significato del Ruyi è quello di connettere l’energia spirituale del cielo, della terra e delle stelle, controllando così tutte le creature viventi.

Il primo riferimento scritto al Ruyi risale alla dinastia Qin (dal 221 a.C. al 206 a.C.), che attraverso il testo “Youyang Zazu” narra di Hu Zong durante il periodo dei Tre Regni, affermando che Sun Quan scoprì un Ruyi di giada bianca sepolto dall’imperatore Qin Shihuang “per ricevere l’energia regale”, a indicare che il manufatto era considerato come un tesoro di grande valore già durante questa dinastia.

Nel periodo della dinastia Ming, il filosofo taoista Zhu Quan scrisse un libro dal titolo “Tianhuang Zhidao Taiqing Yuce“, che fu successivamente incluso nel “Continuation of the Daoist Canon” dell’imperatore Wanli, diventando in questo modo un classico tra i documenti religiosi taoisti. Nel volume sono presenti notizie circa l’origine e la storia del Ruyi che “fu creato dallo stesso Imperatore per combattere le armi di Chiyou. Le generazioni successive lo modificarono in forma di germoglio di fiore, impugnandolo per respingere i demoni.” Nell’antichità, quando gli imperatori cinesi salivano al trono, il Dipartimento del cerimoniale preparava il Ruyi come simbolo del potere divino.

Il Ruyi non era ammirato solamente tra i sovrani e la nobiltà, ma occupava una posizione importante anche nella trasmissione del buddhismo e del taoismo. Il Ruyi era infatti uno strumento sia del rituale del Tianzun, uno dei Tre Puri Celesti del taoismo, sia del rituale del Bodhisattva Samantabhadra, uno dei Quattro Grandi Bodhisattva nel buddhismo. Nelle opere d’arte tradizionali cinesi è comune ammirare le immagini dei San Xing, letteralmente i tre astri, ovvero le divinità mitologiche della fortuna, della prosperità e della longevità, accompagnate dal Ruyi. Anche Cai Shen, portatrice di ricchezza, prosperità, salute e felicità, regge il Ruyi tra le mani. Durante la dinastia Qing, dal governo Qianlong all’imperatrice vedova Cixi, si è verificato il culmine della diffusione del Ruyi: grazie alla domanda della famiglia reale e alle produzioni della manifattura della corte, l’arte del Ruyi raggiunse il suo apice. In particolare, grazie all’aggiunta dei “Taozi”, vari e meravigliosi nastri intrecciati, di monete di rame, a farfalla o quelli della felicità e della longevità, si otteneva un effetto visivo ancor più armonioso. I motivi decorativi che ornavano il Ruyi, tra cui il fungo dell’immortalità, il pipistrello, i Tre Loti e gli Otto Immortali, rappresentavano simboli di buon auspicio. Nelle festività, come il Capodanno e i compleanni dell’imperatore, dell’imperatrice e della madre dell’imperatore, i cortigiani lo donavano come segno di buon augurio. Verso gli ultimi anni della dinastia Qing, cominciarono a utilizzare il Ruyi anche come doni di nozze. Questa usanza si diffuse anche tra la gente comune, che iniziò a utilizzarlo come simbolo di fidanzamento.

Qianlong in una poesia ha scritto che ogni luogo intorno a lui aveva una seduta, comunemente ornata con un Ruyi. L’ambasciatore britannico George McCartney, invece, ha riportato nel suo libro “Registrazione dell’udienza imperiale di Qianlong” che ovunque visitasse, nelle varie stanze e palazzi, c’era sempre un trono reale con accanto un Ruyi. Nella nostra prossima asta, che si terrà il 19 dicembre 2023, siamo lieti di proporre uno scettro Ruyi realizzato in giada verde pallido, caratterizzato da un’impugnatura finemente intagliata con cinque pipistrelli tra le nuvole, mentre la testa raffigura l’immagine di due pesche adornate con rami. Questi cinque graziosi pipistrelli, le cui parole e si pronunciano in modo identico, simboleggiano le cinque benedizioni. Secondo il libro Shangshu, queste benedizioni comprendono la longevità, la ricchezza, la salute, la serenità, la virtù morale e un destino prospero. Uno dei pipistrelli, in particolare, emana nuvole cariche di buon auspicio, rappresentando la benedizione e un augurio favorevole. L’ornamento intagliato dei rami di pesco, simbolo di longevità, simboleggia una vita perfetta.

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